Comunicato della Federazione di Bologna del P.C.I., 2 Agosto 1980

COMUNICATO DELLA FEDERAZIONE DEL P.C.I. DI BOLOGNA

Il terrorismo fascista ha provocato la più grave strage del dopoguerra, oltre 80 morti e centinaia di feriti.

Bambini inermi, donne e uomini in viaggio per andare o rientrare dalle vacanze, lavoratori di diverse categorie sono le vittime di questo orrendo attentato che ha causato l’esplosione alla stazione ferroviaria di Bologna.

I comunisti esprimono il loro cordoglio e la loro solidarietà alle famiglie delle vittime di questo atto infame e barbaro.

Sono giornate di dolore per Bologna.

I suoi abitanti si sentono colpiti da una ferocia sanguinaria che non ha precedenti. Tanti cittadini sono riandati con la loro memoria alle distruzioni provocate dai bombardamenti aerei per trovare qualcosa di simile alla drammatica scena della stazione centrale sventrata e crollata.

Ma insieme al dolore e all’emozione enorme è lo sdegno e la condanna per il vigliacco assalto dei terroristi neonazisti, nemici della vita umana e della democrazia italiana.

Il 4 agosto di 6 anni fa l’esplosione di una bomba sul treno Italicus provocò la morte di 12 persone. Anche allora l’obiettivo era la stazione di Bologna, che non fu centrato per il ritardo del treno.

Ieri era stata depositata la sentenza che indica nei fascisti Tuti, Franci e Malentacchi i responsabili di quei 12 delitti.

Alla vigilia di quel tragico anniversario, che i cittadini di San Benedetto Val di Sambro e i rappresentanti delle istituzioni democratiche si apprestavano a ricordare, è stato compiuto il criminoso attentato della stazione centrale.

Si tenta di nuovo di travolgere la democrazia italiana.

La risposta a questo tentativo deve venire da ogni cittadino. Unità e solidarietà fra i lavoratori, fra le forze democratiche, vigilanza antifascista, lotta perché siano sempre più isolate quelle forze che in vario modo hanno cercato di trascinare l’Italia in avventure reazionarie e in bagni di sangue.

L’odio antioperaio, antipopolare, antidemocratico di chi si è macchiato di un così grave crimine, la vita di chi ha voluto ancora colpire la città di Bologna, un simbolo della democrazia italiana, troveranno la risposta compatta delle masse popolari, femminili e giovanili.

Il P.C.I. rivolge il suo appello ad ogni democratico, ad ogni giovane, ad ogni cittadino, agli altri partiti: è il momento di una nuova unità, di una risposta civile, di una solidarietà umana, morale e politica.

Chiediamo che i mandanti e gli esecutori siano individuati e assicurati alla giustizia; da parte dei comunisti e dei lavoratori verrà il sostegno più ampio alle forze dell’ordine e ai magistrati perché i responsabili della strage siano puniti.

Chiediamo che le istituzioni democratiche, le organizzazioni e associazioni, ogni famiglia di Bologna si sentano concretamente impegnate nel sostegno ai parenti delle vittime.

Chiediamo che da parte del governo sia condotta con fermezza l’iniziativa per prevenire e combattere ogni forma di terrorismo.

L’attentato di Milano dei giorni scorsi era stato segnale premonitore della volontà del neofascismo di colpire le istituzioni della Repubblica.

Da Bologna non si può non ricordare che fu accolta con stupore e riprovazione la decisione del Tribunale militare di Bari di concedere la libertà condizionale al criminale nazista Walter Reder.

Il timore che simile atto potesse essere interpretato come un segnale da gruppi eversivi del neofascismo italiano ed europeo non era infondato.

Il P.C.I. di Bologna vuole ricordare in quest’ora triste l’abnegazione di tanti cittadini, degli infermieri e dei medici, dei ferrovieri, dei taxisti, dei tranvieri, dei pompieri, dei militari e delle forze dell’ordine che hanno reso celere l’azione di soccorso e salvato preziose vite umane.

Bologna, 2 agosto 1980

Federazione di Bologna
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